GLI ASCESSI DENTALI
Immaginiamo un tempo post apocalittico dove l’umanità residua imbarbarita si trovi senza più ausilio del tessuto sociale,tecnologico,sanitario odierno,con la civiltà azzerata .
La malattia dentale e in particolare l’ascesso ritornerebbe ad essere uno dei molti possibili eventi sanitari critici.
Chi ha memoria cinematografica ricorderà certamente una grande interpretazione di Tom Hanks nel film CAST AWAY di circa 14 anni fa dove cercando di sopravvivere in un isola deserta il protagonista si confronta con il mal di denti e la sua complicanza ascessuale.
Ebbene,in epoca primitiva,questa patologia equivaleva spesso ad una sentenza di morte.
Il trattamento degli ascessi è ,da tempo immemore, compito dei chirurghi.
La terapia ascessuale di qualsiasi tipo deve essere attiva e chirurgica.
”UBI PUS IBI EVACUA” dice una sentenza medica antichissima che riassume gli obblighi terapeutici.
L’ascesso rappresenta lo stadio acuto di un processo infettivo e mostra i classici segni di una infiammazione:
- gonfiore
- calore
- rossore
- dolore
- functio lesa(la funzione è pregiudicata)
sono inoltre presenti la fluctuatio(fluttuazione) alla palpazione del liquido purulento e talvolta fetor(puzza di putrefazione).
Questi sintomi non sempre sono tutti presenti. Con il coinvolgimento ampio dell’organismo c’è febbre(calor).
Le cause possono essere sia di tipo endodontico (ossia dalla necrosi della polpa dentale) che di tipo parodontale(dalla presenza di tasche gengivali profonde).Talvolta possono derivare come normale complicazione di un cavo orale mal trattato dallo stesso paziente per incuria ,da una pericoronite di un terzo molare in difficoltà di eruzione(dentitio difficilis) etc.
Gli ascessi possono anche conseguire e rendere evidenti infezioni croniche come i granulomi o le cisti che fino a quel momento erano passate inosservate (ascesso fenice).
Esso è ,quindi,una patologia chiave del cavo orale.
Nell’ascesso è caratteristica la presenza di un liquido biologico detto PUS in cui sono presenti globuli bianchi ,batteri,liquido sierico, fibrina,necrosi tissutale,putrefazione( da cui l’odore fetido) .
La localizzazione anatomica e l’estensione del processo infiammatorio-infettivo danno chiara idea diagnostica e terapeutica.
Quando la tumefazione è molto estesa va supposta infiltrazione dei tessuti circostanti con coinvolgimento sistemico. Gli ascessi mascellari superiori possono infatti estendersi e diventare ascessi cerebrali;quelli parafaringei , paramandibolari possono estendersi alle logge anatomiche profonde del collo trasformandosi in flemmoni ed eventualmente invadere la gabbia toracica(mediastino).
Quando si verificano tali estensioni del processo infettivo ascessuale il paziente va indirizzato in strutture competenti con specialisti perché la possibilità di una sepsi profonda setticemica è “dietro l’angolo”.
La presenza di una fistola va intesa come evoluzione naturalmente favorevole al drenaggio del pus.
La diagnosi può essere formulata dopo accurata valutazione della sede coinvolta,dell’entità e ampiezza ascessuale ,del decorso e di un eventuale coinvolgimento sistemico,delle possibili cause e delle alterazioni patologiche riscontrate.
Importanti sono l’esatta localizzazione dell’ascesso e la sua estensione.
Questi accertamenti guidano la terapia chirurgica che consiste nell’apertura della cavità ascessuale nel suo drenaggio,nella rimozione dell’agente causale sempre che sia possibile ciò ,il tutto sotto abbondante copertura antibiotica.
Gli antibiotici non possono sostituire il trattamento chirurgico e di norma vengono utilizzati per contenere complicanze sistemiche e per “freddare” l’ascesso preparandolo alla chirurgia concomitante.
Dott.Giuseppe Sbardella