RELAZIONI ENDO-PARODONTALI:
LA MALATTIA DEI TESSUTI DI SOSTEGNO DEL DENTE DI ORIGINE ENDODONTICA E PARODONTALE
Esistono situazioni cliniche gravi in grado di evidenziare le eccellenze professionali,la differenza di formazione e di scelta terapeutica. E’ ,ad esempio,il caso delle malattie dei tessuti di sostegno del dente che richiedono conoscenza delle relazioni anatomiche tra endodonto e parodonto,precisa valutazione diagnostica con scelta di via terapeutica.
La formazione del dentista è settoriale alle singole branche odontoiatriche. La realtà clinica è sempre diversa dagli schematismi concettuali perché vuole generalizzazione, transfer in situazioni non definibili, per lo più di frontiera, dove regna l’ equivocità patologico-terapeutica. Questo è il caso dovuto a contiguità anatomica tra endodonto e parodonto.
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ENDODONTO:Ciò che si trova dentro il dente all’interno dei tessuti duri.Si tratta di tessuti molli detti polpa dentaria(vasi,nervi,tessuto mesenchimale)
PARODONTO:Ciò che si trova attorno al dente e lo sostiene. Si tratta della gengiva,del cemento radicolare,del legamento parodontale,del’’osso alveolare.
ENDODONTO↔PARODONTO
ENDODONZIA:indica la terapia nelle malattie della polpa chiamata anche terapia canalare che nella maggior parte dei casi consiste nella rimozione della polpa in asepsi assoluta con otturazione dello spazio endodontico.
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Se ,sempre per ipotesi,si inquadra la malattia dell’endodonto e le lesioni da esso conseguenti (lesioni di origine endodontica-LOE-) nel contesto delle par odontopatie,si può considerare la terapia endodontica come particolare forma di quella parodontale.Tutto ciò si può supporre sottolineando il collegamento e la continuità anatomica tra endodonto e parodonto,tra canali delle radici dentarie e tessuto di sostegno dei denti.
Da ciò si evince che la malattia endodontica può provocare la malattia parodontale e viceversa.
1)La permanenza di un dente in arcata, più che dalla presenza di tessuto pulpare all’interno del suo sistema di canali radicolari dipende dalla salute del suo apparato di sostegno.
Esso può ammalarsi per varie cause, endodontiche, parodontali, occlusali che fanno definire la patologia .La classificazione in base alle cause ci permette di affermare la coesistenza dei vari quadri patologici con le cosidette lesioni combinate.
E’ importante, per la correttezza di una diagnosi differenziale,conoscere l’influenza reciproca che i processi patologici endodontici e quelli parodontali hanno tra loro.
La più frequente combinazione di patologie è quella da sovrapposizione endodontica e parodontale.
Le 2 malattie possono infatti avere molti sintomi in comune quali il gonfiore e rossore della gengiva,la presenza di fistole che drenano nel solco gengivale,la sondabilità,la sensibilità alla percussione,la mobilità,evidenze radiografiche periradicolari (slargamento della lamina parodontale)o periapicali e tutto ciò rende difficile diagnosticare differenziando.
2)E’ fondamentale per ipotizzare e realizzare un giusto percorso terapeutico,la giusta diagnosi.E’ una lesione di origine endodontica(LOE)?Parodontale(LOP)?Combinata?
Ciò permette infatti di stabilire se è doverosa solo la terapia endodontica?…se solo la terapia parodontale?…e se dovendo eseguire entrambe quale delle due deve essere eseguita prima e definire la prognosi dell’elemento colpito.
3)Se si inquadra la lesione di origine endodontica nel contesto delle malattie del parodonto si può considerare la terapia endodontica come forma particolare e specializzata di quella parodontale dato che anche per lei lo scopo finale è quello di mantenere in condizioni di salute e di funzionalità i tessuti di sostegno del dente.
4)Esiste un collegamento e contiguità anatomica tra endodonto e parodonto.
La polpa dentaria comunica con il parodonto attraverso i canali laterali,i tubuli dentinali,il forame/i apicale/i.
L’ambiente accademico ha ideato e proposto un sistema di classificazione etiopatogenetica delle malattie dell’apparato di sostegno del dente di origine endodontica e parodontale.La classificazione seguente fu proposta da SIMON-GLICK e FRANK nel 1972 ed ha il merito di aver chiarito i rapporti intercorrenti tra LOE e LOP soprattutto quando il quadro dell’una simula la patologia dell’altra o quando le 2 patologie coesistono nello stesso elemento dentale.
- LOE PRIMARIA
- LOE PRIMARIA CON LOP SECONDARIA
- LOP PRIMARIA
- LOP PRIMARIA CON LOE SECONDARIA
- LOE E LOP PRIMARIE E COESISTENTI
- LESIONE COMBINATA ENDO-PARODONTALE
La compresenza o la sovrapposizione della malattia parodontale o endodontica permettono di definire la prognosi generale della lesione che in sostanza dipende solo dal grado di avanzamento della parodontopatia.Più essa è grave, più la prognosi è infausta. Maggiore è la componente endodontica causale,migliore sarà la prognosi.
LOE1a-Le LOE primarie,dopo corretta terapia endodontica,guariscono completamente.
Quando le lesioni hanno anche una componente endodontica possiamo prevedere la completa guarigione solo di questa (salvo complicazioni).
Così nelle lesioni secondariamente compromesse da malattia parodontale(LOE 1°+LOP 2°) o nelle lesioni parodontali con secondario coinvolgimento endodontico(LOP 1°+LOE 2°), ci si può aspettare dopo terapia endodontica la guarigione solo della porzione di lesione non in rapporto con la malattia parodontale.
Va sottolineato,però che,la diagnosi differenziale secondo la classificazione di SIMON-GLICK e FRANK non è sempre possibile,in quanto non è con caratteristiche cliniche ma etiopatogenetica.
Se escludiamo i casi LOE 1° e LOP 1°, in tutti gli altri quadri clinici che prevedono la coesistenza reale o apparente delle 2 patologie, queste non sono sempre distinguibili tra di loro e molto spesso la diagnosi viene fatta a posteriori.
Il comportamento clinico saggio deve prevedere la terapia endodontica ogni volta che ne esista l’indicazione da eseguire prima di qualsiasi altro intervento e deve evidenziare un comportamento prudente per non fare diagnosi affrettate e cadere nella facile tentazione di etichettarle tutte come lesioni combinate articolando piani di trattamento più aggressivi.
Dott.Giuseppe Sbardella